Loro lo chiamano “tavolo artistico”, professionisti con anni di esperienza che, con dieci occhi, guardano fuori e scelgono gli spettacoli più interessanti. Ma funziona davvero? Pare di sì, a giudicare dai cartelloni.
A Milano non tutti conoscono l’acronimo MTM: sta per Manifatture Teatrali Milanesi e connette a uno degli aspetti identitari della città - il manifatturiero, appunto.
MTM (ri)unisce le due sale del teatro Litta in corso Magenta e quella del teatro Leonardo, a Lambrate. A sovrintendere c’è il pool di direttori artistici: Gaetano Callegaro, Valeria Cavalli, Corrado d’Elia, Paolo Scotti e Antonio Syxty. Un tavolo artistico che lavora in sinergia: “Ognuno lavora principalmente su un progetto. Tra noi ci sono delle complementarietà e delle differenze talmente evidenti che portano a non pestarsi i piedi”, spiega Paolo Scotti, dallo scorso aprile responsabile artistico del Teatro Leonardo.
46 spettacoli, 13 prime nazionali, 270 repliche
Un cuore con le ali e dentro la scritta “Con te”: è il simbolo – e il titolo - della stagione di MTM. “Il teatro si fa con il cuore e con i sacrifici, e noi vogliamo stare con il pubblico, non chiediamo al pubblico di stare con noi: ecco perché abbiamo scelto questa immagine e due parole semplici, “Con te”, spiega Antonio Syxty, dal 1999 direttore artistico del Litta.
Il “nuovo” Leonardo
Un teatro da 500 posti a Lambrate, da sempre proiettato sui giovani e sul teatro sociale-civile. Uno spazio che, nel progetto di Scotti, vuole ora misurarsi con realtà storiche come l’Elfo, il Parenti e il Menotti. “Sento un grande feeling con questa sala e sto lavorando per dargli un’anima e una fisionomia. E’ dal 1983 che programmo cartelloni, e lo faccio da sempre con gli amici, gente che condivide il mio modo di fare teatro. In questa mia nuova avventura ho trovato subito molte compagnie amiche disponibilissime a venire al Leonardo, tanto che lo stesso Roberto Saviano ha scelto noi. Volevo un cartellone pop, originale e curioso, e quindi ho pensato di mischiare le cose”, continua Scotti.
13 prime nazionali
Al Teatro Leonardo sono due i titoli-scommessa: Fame mia-Quasi una biografia (dal 6 all’11 febbraio), tratto da Biografia della Fame di Amélie Nothomb, con Annagaia Marchioro per la regia di Serena Sinigaglia e Senti che bel rumore (dal 17 al 27 maggio), uno spettacolo di danza creato da due ballerini e coreografi trentenni, Roberto Carrozzino e Martina Nadalini.
C’è poi spazio per altri bei ritorni: dal classico Goldoni alla dissacrante musica della Rimbamband e degli Oblivion, passando per il teatro civile sulla Thyssen, su Trump e su La paranza dei bambini di Roberto Saviano. Ci sarà anche il pluripremiato mentalista Vanni de Luca, fino al “titolone” La Merda, pluripremiato al Festival di Edimburgo nel 2012.
TEATRO LEONARDO
La stagione completa
Al Teatro Litta, invece, in prima nazionale saranno Opera Antigone di Sofocle, la Salomé di Oscar Wilde (con la voce fuori campo di Franco Branciaroli), Anna K (ispirato ad Anna Karenina di Tolstoj), A Single Man di Isherwood e gli attesissimi Dante, Inferno di Corrado d’Elia e La grande rivolta di Antonio Syxty (tratto dai romanzi/poesie di Nanni Balestrini). Tra i “ritorni”, invece, altri classici: Un principe (ispirato ad Amleto) e Corrado d’Elia prima nei panni di Beethoven e poi in quelli di Riccardo III.
TEATRO LITTA
La stagione completa
Milano: una grande capacità di elaborare proposte
Che sia un buon momento per la drammaturgia contemporanea, pare evidente: “E’ vero, ci sono cose molto buone. Da spettatore sono rimasto affascinato da Animali da bar, un testo sorprendente, di una bellezza rara. Vedo invece un momento di grande appannamento del fenomeno “comici”: a parte Virginia Raffaele, di novità non ce ne sono”, analizza Scotti.
E i cartelloni di MTM parlano chiaro, anche in questa direzione. Che il tavolo di esperti teatrali sia davvero un lungimirante e intelligente esempio di teamwork?